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Per il Giorno della Memoria 2018, con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Il Processo
A 80 anni dalla firma delle leggi "per la difesa della razza"

18 gennaio 2018 ore 20.30
Auditorium Parco della Musica di Roma – Sala Sinopoli, ingresso gratuito

Un’emozionante rappresentazione teatrale ricorda una delle pagine più deplorevoli della nostra storia recente.
Un processo, con imputato Re Vittorio Emanuele III, avvia la riflessione sulle responsabilità collettive del regime fascista, delle Istituzioni e di una parte di società civile che, silenziosamente, accettò l’infamia di queste leggi.

Il processo vede la partecipazione di:
Marco De Paolis (Procuratore Militare della Repubblica, con il ruolo di Pubblico Ministero)
Umberto Ambrosoli (avvocato, con il ruolo di imputato)
Giorgio Sacerdoti (avvocato e professore emerito alla Bocconi, con il ruolo di avvocato della parte civile)

La Corte è composta da:
Paola Severino, Rettore e ordinario di diritto penale presso l’Università LUISS, presidente del collegio
Giuseppe Ayala, magistrato
Rosario Spina, consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura

Tante le testimonianze perdute che ritrovano memoria nelle voci di Piera Levi Montalcini, nipote del Premio Nobel Rita, Federico Carli, nipote di Guido, Anita Garibaldi, in rappresentanza del padre, il parlamentare e antifascista Ezio Garibaldi, Carla Perugia Della Rocca, che visse in prima persona le discriminazioni. Interverrà Maurizio Molinari, direttore della Stampa. Testimoni: per l’accusa, il giornalista e saggista Lorenzo Del Boca ed Enrico Giovannini, professore di economia statistica; per la difesa gli avvocati Matias Manco e Giovanni Rucellai.

E in prima mondiale la Ballata di Mario Castelnuovo-Tedesco rivive grazie al violino di Francesca Dego accompagnata al pianoforte da Francesca Leonardi

Francesca Dego e Francesca Leonardi

In questo momento di derive autoritarie e manifestazioni di antisemitismo in tutto il mondo, riflettere su ciò che dittatura e pregiudizio razziale hanno prodotto nella nostra storia recente non è solo un dovere etico, ma anche un importante stimolo a comprendere i pericoli insiti nelle manifestazioni di odio spesso sottovalutate e a interpretare i segnali di allarme.

Sono passati ottant’anni da quando il parlamento e il governo di Mussolini emanarono, e il Re Vittorio Emanuele III, controfirmandole, promulgò le “Leggi per la difesa della razza”, che discriminavano una parte della popolazione italiana. Venivano così annullati i diritti di uguaglianza che un altro Savoia, Carlo Alberto, aveva garantito a tutti gli italiani nel 1848.

In occasione del Giorno della Memoria, uno straordinario evento – in forma di processo – si propone di esaminare le responsabilità di quanti firmarono queste pagine infami della nostra storia recente.

L’Italia, che deve ancora fare un profondo esame del proprio passato e non ha mai celebrato processi contro i propri governanti che si sono macchiati di crimini contro l’umanità, rischia di non poter fermare i nuovi movimenti di odio che ai quei falsi valori e simboli si ispirano nei loro moti – spiega Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha voluto l’evento e lo ha seguito nella fase ideativa. – Il Processo quindi lo facciamo noi, evidenziando la filiera delle responsabilità che dal Re e dal regime risalgono alle istituzioni, all’accademia, alla stampa, all’industria, alla chiesa, alla popolazione civile che, quando non si rese complice, accettò senza reagire che una comunità di cittadini italiani, presenti da duemila anni nel Paese, perdesse ogni diritto e libertà. Diritto di lavorare, studiare, avere una vita sociale, contribuire alla scienza, alla cultura, alla politica. Vogliamo sfatare la leggenda che le leggi razziali furono un provvedimento all’acqua di rose.

A questo invito hanno aderito le più alte cariche istituzionali italiane: da Pietro Grasso, Presidente del Senato a Laura Boldrini, Presidente della Camera; Andrea Orlando, Ministro della Giustizia, Valeria Fedeli, Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca; Marco Minniti, Ministro degli Interni; Maria Elena Boschi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; Marta Cartabia, Vice Presidente della Corte Costituzionale; Giovanni Legnini, Vice Presidente del CSM; Giovanni Canzio, Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione; Pasquale Ciccolo, Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione; Andrea Mascherin, Presidente del Consiglio Nazionale Forense.

Il Processo è promosso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e organizzato da BrainCircle Italia e MusaDoc, in collaborazione con l’Università Ebraica di Gerusalemme, la Fondazione Musica per Roma e Rai Cultura e con il contributo del gruppo Salini-Impregilo, di ACEA Spa, della Fondazione Ga.ri.wo e del CIDIM, L’evento è curato per la parte processuale da Elisa Greco, autrice del format sui Processi alla Storia, su un progetto teatrale di Viviana Kasam e Marilena Citelli Francese, che da 5 anni curano per l’UCEI l’evento istituzionale per il Giorno della Memoria, e sarà ripreso da Rai5 e trasmesso da Rai Storia in prima serata alle ore 21.15 del 27 gennaio 2018, in occasione del Giorno della Memoria, all’interno di un documentario realizzato da Bruna Bertani.

La regia è di Angelo Bucarelli. La voce narrante di Marco Baliani. La voce fuori campo è di Luca Damiani. Stenografo: Filippo Maria D’Alessio. La foto in scena è di Massimo Listri

Il Processo sarà introdotto dalle note della violinista Francesca Dego che, accompagnata al pianoforte da Francesca Leonardi e in collaborazione con il Comitato Nazionale Musica (Cidim), presenterà in prima mondiale assoluta la Ballata di Mario Castelnuovo-Tedesco, grande compositore amato da Toscanini e Heifetz e costretto a emigrare negli Stati Uniti a causa delle leggi razziali, di cui ricorre quest’anno il cinquantesimo anniversario della morte. Sarà presente in sala la famiglia del compositore, giunta appositamente dagli Stati Uniti.

Un processo in forma teatrale, con colpi di scena, testimonianze del dolore di quegli anni e un finale tutt’altro che scontato.

Sul banco degli imputati Umberto Ambrosoli si “autodifende” interpretando Re Vittorio Emanuele III che firmò i decreti, promulgando così le leggi razziali; il Pubblico Ministero è Marco De Paolis, Procuratore militare di Roma; Giorgio Sacerdoti, Presidente del CDEC, il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, è l’avvocato di Parte Civile; la Corte è composta da Paola Severino, Rettore e professore LUISS, nel ruolo di Presidente, da Rosario Spina consigliere del CSM e da Giuseppe Ayala, magistrato, già parlamentare e Pubblico Ministero nei processi contro la mafia.

Tra l’esposizione dei capi d’accusa, le arringhe e l’autodifesa del Re, non possono mancare le dolorose ed emozionati testimonianze della parte colpita dall’abominio delle leggi razziali. Tra queste: Piera Levi Montalcini nelle cui parole rivivrà la sofferenza della zia, il premio Nobel Rita Levi Montalcini, simbolo dello smacco alla comunità scientifica e alla ricerca italiana per la fuga di menti eccelse, tra cui tre futuri Premi Nobel e l’intera scuola di Via Panisperna. Federico Carli racconterà la storia di suo nonno, Guido Carli, che rifiutò di pubblicare la propria tesi di laurea per rispetto del suo professore ebreo, e dovette così rinunciare a una promettente carriera universitaria. Anita Garibaldi, bisnipote dell’eroe dei Due Mondi, ricorderà come suo padre, il parlamentare Ezio Garibaldi, rifiutò di firmare le leggi razziali e schiaffeggiò Farinacci. Carla Perugia Della Rocca racconterà l’odissea vissuta da bambina insieme alla sua famiglia. La giovane Morgane Kendregan leggerà una lettera che le inviò il nonno, Elio Cittone, per raccontarle la sua odissea. Testimoni dell’accusa, il giornalista e saggista Lorenzo Del Boca, autore di Maledetti Savoia (Piemme) e l’economista Enrico Giovannini che spiegherà la ricaduta economica che le leggi razziali ebbero sul nostro Paese, mentre gli interventi degli avvocati Matias Manco e Giovanni Rucellai illustreranno le ragioni della difesa.

A chiudere la serata, dopo le considerazioni della Corte, il direttore de La Stampa Maurizio Molinari parlerà di come nel dopoguerra l’Italia scelse di voltare pagina senza analizzare la propria coscienza collettiva e gli errori e gli orrori commessi, e anzi, a volte, promuovendo ai più alti vertici della carriera professori, magistrati, politici che avevano collaborato alla stesura e all’applicazione delle leggi razziali.

Il Processo diventa quindi un processo a una parte dell’Italia e della sua società civile che, discriminando un gruppo di propri cittadini, gli italiani di religione ebraica, arrivò a emarginarli, opprimerli, fino a dichiararli nemici della Patria, agevolandone la deportazione verso i campi di concentramento e di sterminio negli anni che seguirono.

Il messaggio d’insieme che si intende condividere è che oggi, ad ottant’anni passati, questi fatti vanno ancora chiariti e che questa memoria collettiva non deve affievolirsi.

Il Comitato Istituzionale Scientifico

Il Processo ha ricevuto il sostegno delle più alte rappresentanze Istituzionali del Paese. Insieme alla Presidente dell’UCEI Noemi Di Segni, fanno parte del Comitato Istituzionale Scientifico Pietro Grasso, Presidente del Senato; Laura Boldrini, Presidente della Camera; Andrea Orlando, Ministro della Giustizia; Valeria Fedeli, Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca; Marco Minniti, Ministro degli Interni; Maria Elena Boschi, Sottosegretaria alla Presidenza Consiglio dei Ministri; Marta Cartabia, Vice Presidente della Corte Costituzionale; Giovanni Legnini, Vice Presidente del Consiglio Superiore Magistratura; Giovanni Canzio, Primo Presidente Emerito della Corte suprema di Cassazione; Pasquale Ciccolo, Procuratore Generale Emerito presso la Corte suprema di Cassazione; Andrea Mascherin, Presidente del Consiglio Nazionale Forense.

Fondamentale per la ricostruzione storica e legale dell’evento è il contributo portato dagli esperti alla preparazione del progetto: Valerio Di Porto, consigliere parlamentare; Gadi Luzzatto Voghera, storico e Direttore del CDEC; Davide Jona Falco, avvocato; Saverio Gentile, ricercatore di Storia del diritto medievale e moderno presso l’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Fabio Levi, ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Torino; Paolo Mieli, storico; Guido Neppi Modona, professore emerito dell’Università di Torino e Vice Presidente emerito della Corte Costituzionale; Michele Sarfatti, storico già Direttore del CDEC e Giuseppe Scandurra, Procuratore Generale Militare della Repubblica Emerito presso la Corte suprema di Cassazione.

Le foto della serata

Le foto sono di Moreno Maggi

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